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Qualcosa contro la tristezza autunnale…

L’estate in Italia è quasi finita, ma prima di passare alla prossima stagione vorrei parlare di una pianta che è in qualche modo fortemente legata alla bella stagione: l’erba di San Giovanni.

Le piante sono organismi meravigliosi e alcune delle loro caratteristiche le fanno sembrare esseri magici. Se diamo uno sguardo alle tradizioni e credenze popolari, molte sono legate alle specie vegetali. Ad esempio, ti sei mai chiesto perché l’erba di San Giovanni si chiama così? Diverse sono le leggende legate all’origine del nome di questa specie. Il suo nome scientifico è Hypericum perforatum, tuttavia, è principalmente conosciuta con il nome comune. Una delle possibili origini del nome è legata all’olio rosso secreto dai suoi tricomi ghiandolari, che i primi cristiani credevano essere il sangue di San Giovanni (1).
Le leggende legate a questa pianta non finiscono qui. Infatti, faceva parte di un elenco di 9 piante che dovevano essere raccolte durante la notte del solstizio d’estate, ritenendo che questo fosse il momento in cui le loro proprietà raggiungessero il livello massimo (1). Nel Medioevo le persone dormivano con un po’ di iperico sotto il cuscino il giorno di San Giovanni (1). Tuttavia, la fortuna di questa pianta risale a molto tempo prima, all’antica Roma, dove era simbolo di luce e sacra a Giove (1). I miti sono numerosi e, come spesso accade con la medicina tradizionale, convergono nell’uso di questa pianta a scopo curativo ed a volte è difficile capire dove finisce la leggenda e inizia la scienza. Tuttavia, ora sappiamo molto su questa pianta, sulla sua chimica e sulle proprietà medicinali.

Hypericum perforatum appartiene a un genere checomprende molte specie. Tra questi, l’erba di San Giovanni, è la più conosciuta (2). Tuttavia, anche altre specie di Hypericum sono usate nella medicina tradizionale di diversi Paesi in tutto il mondo o sono vendute come piante ornamentali (2).
Hypericum perforatum è un’erba perenne, originaria dell’Eurasia ma oggi distribuita in tutti gli altri continenti, ad eccezione dell’Antartide (2). Le sue sommità fiorite vengono solitamente preparate come decotto o infuso e assunte come sedativi o tonici (3). L’infuso in olio è usato per trattare la sciatica, la nevralgia e accelerare la guarigione delle ferite (3). Gli estratti delle infiorescenze e delle foglie del fusto superiore sono stati prescritti per molti anni in Europa e sono disponibili come integratori alimentari negli Stati Uniti per trattare la depressione da lieve a moderata (4). Tuttavia, sono state espresse preoccupazioni sul suo utilizzo per diversi motivi. Prima di tutto, sebbene sia stato dimostrato il suo effetto a breve termine sulla depressione lieve e moderata, gli effetti a lungo termine sono molto meno noti. Inoltre, studi volti a comprenderne l’efficacia hanno dato risultati contrastanti, mentre, d’altra parte, è stato dimostrato che interagisce con molti principi attivi di farmaci, amplificando gli effetti degli antidepressivi e diminuendo gli effetti di altri farmaci (5,6). Infine, spesso è facile cadere vittima del malinteso che naturale significhi sicuro con un conseguente uso sbagliato o addirittura abuso dei preparati.

Diverse classi di metaboliti specializzati bioattivi sono state identificate da estratti di Hypericum perforatum, inclusi flavonoidi, naftodiantroni, floroglucinoli e xantoni (3). Tra questi, l’ipericina e l’iperforina sono i più interessanti. Quest’ultimo, un floroglucinolo prenilato, è il principale responsabile dell’attività antidepressiva. L’iperforina inibisce la ricaptazione di diversi neurotrasmettitori dalla sinapsi nel neurone pre-sinaptico (7), aumentando quindi le concentrazioni extracellulari dei neurotrasmettitori. L’attività è esercitata aumentando la concentrazione intracellulare di sodio nel neurone presinaptico, inibendo così la ricaptazione gradiente-dipendente del neurotrasmettitore (7). Anche l’ipericina, un naftodiantrone, sembra avere un ruolo nell’effetto antidepressivo dell’Hypericum perforatum. Questi due composti hanno in realtà anche altre proprietà, e avremo sicuramente la possibilità di scoprirli e analizzarli ulteriormente in futuro, con uno sguardo più approfondito sui loro meccanismi di azione.

Perché Hypericum perforatum sintetizza sostanze chimiche così complesse? Sebbene non sappiamo ancora esattamente quale ruolo specifico hanno in planta, potrebbero essere coinvolti nel sistema di difesa della pianta. Infatti, è stato dimostrato che i livelli di ipericina e iperforina aumentano in risposta a stress abiotici e biotici (8,9). Inoltre, anche il trattamento della pianta con sostanze chimiche note per imitare l’induzione di stress ne induce un aumento (8), suggerendo che questi metaboliti specializzati sono componenti della risposta inducibile di difesa della pianta.

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